“Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.”
Sono cresciuta con questa convinzione. Sono cresciuta considerando il diritto di voto come uno degli aspetti piu’ importanti della mia vita. Sono cresciuta conscia del fatto che persone coraggiose hanno donato la loro vita per garantirmi il diritto di voto. Sono cresciuta credendo fermamente che il diritto di voto e’ parte essenziale ed imprescindibile del vivere in una democrazia.
Ero agitata, ma felice la prima volta che ho avuto la possibilità’ di recarmi alle urne. La prima volta in cui ho potuto esprimere la mia opinione come un’adulta cresciuta in uno stato democratico.
L’emozione non se n’e’ mai andata. Ogni voto è’ stato sacro e in un certo senso speciale. Ogni viaggio verso il seggio elettorale. Ogni croce tracciata a matita. Ogni singola volta e’ stato un momento d’orgoglio. Orgogliosa della mia nazione. Orgogliosa dei miei diritti. Orgogliosa della mia partecipazione.
Questa volta non mi è’ stato permesso. Nonostante l’importanza della posta in palio, io non ho potuto dire la mia opinione.
Da ormai circa 3 anni risiedo in Inghilterra. Nonostante ciò’, i miei sentimenti non sono cambiati. Ritengo che il mio diritto di votare sia uno dei legami più’ forti che possiedo con la mia terra d’origine. Sono emigrata, ma un giorno so che tornerò’. Il diritto di voto e’ l’unico potere che mi e’ rimasto per poter esprimere la mia opinione sul futuro del mio paese.
Il voto all’estero e’ un meccanismo leggermente diverso. Si ricevono i plichi elettorali tramite posta. Una volta votato e firmato, si deve semplicemente imbustare e rispedire il tutto al consolato di competenza.
Ho votato con questa modalita’ nel precedente referendum. Ho ricevuto il plico, espresso la mia opinione e ho esercitato il mio diritto di voto. Sono stata felice e onorata nel votare. Sono lontana, ma il futuro del mio paese mi sta a cuore.
Questa volta le cose sono andate diversamente.
Non ho mai ricevuto il mio plico elettorale. Non sono neanche stata degna di ricevere la celeberrima lettera del Premier Renzi. Ho ricevuto solo un paio di volantini dal comitato per il SI. Niente di piu’. Nel frattempo ho visto il mio ragazzo ricevere lettere, volantini e il suo plico elettorale.
Io posso immaginare la complessità’ di contattare ogni singolo italiano residente all’estero ed inviargli l’occorrente per il voto. Le poste funzionano, ma non sono infallibili. Ho dato il beneficio del dubbio al consolato. Alla fin fine so dell’importanza di questo voto e sono sicura che in qualche modo avrò’ anche io la possibilità’ di esprimermi.
Dopo aver aspettato per un paio di giorni, ho deciso di contattare il Consolato Generale D’Italia di Londra. La procedura per il rilascio di un duplicato del mio plico elettorale sembra semplice. Il 23 novembre compilo l’apposito modulo, allego una fotocopia del mio passaporto e invio tutto all’apposito indirizzo email. Facile.
A quella email non avrò’ mai risposta. Non un messaggio automatico per confermare la ricezione della mia domanda. Non una risposta piu’ articolata. Niente.
I giorni passano. Il termine ultimo per il voto degli Italiani all’estero è’ il primo dicembre. Ho poco meno di una settimana per ricevere il tutto, votare e spedire il mio voto al Consolato.
Vista la totale assenza di comunicazioni ufficiali, comincio a chiedere in giro se altri connazionali sono nella mia stessa situazione. Posto un paio di messaggi in gruppi di Italiani residenti all’estero per vedere se qualcuno naviga sulla mia stessa barca.
La risposta e’ preoccupante. Non sono sola, i casi di connazionali che non hanno ricevuto alcun documento sono tanti. Il sentimento comune sembra essere un senso di amarezza per non essere in grado di esercitare un proprio diritto. Uno schiaffo morale a chi, nonostante la lontananza, tiene ancora tanto al suo Paese. Al suo futuro.
Non demordo. Ho ancora un paio di giorni di tempo utile. So che c’e’ ancora una possibilità’ che riceva i documenti o che riceva almeno una risposta.
Noto che la pagina Facebook del Consolato di Londra e’ attiva. Gli admin rispondono ai messaggi regolarmente e forse posso avere qualche aggiornamento sulla mia situazione.
Il mio messaggio e’ breve e semplice. Non voglio fare polemica, voglio solo capire cosa posso fare per votare. La risposta che ricevo e’ burocratica, fredda e non molto utile. Mi viene detto che tutti al consolato stanno lavorando alacremente. Che se ho letto bene le istruzioni per la richiesta del duplicato, non dovrei avere problemi. Che, se voglio, posso recarmi di persona al consolato previo appuntamento.
Purtroppo, questa non e’ un’opzione. Vivo a circa 4 ore di treno dal Consolato. I tempi sono troppo stretti e non ho la possibilità’ di prendere un giorno di permesso da lavoro.
E’ a questo punto che un senso di impotenza mi pervade. Ho fatto tutto il possibile. Ho contattato tutte le autorità’ a cui avevo accesso. Ho seguito tutte le procedure richieste, ma sono ancora ferma al punto di partenza. Ho ancora un paio di giorni a disposizione, ma dentro di me sento che non ricevero’ un bel niente. Rabbia e tristezza mi assalgono.
Oggi, è’ il 4 dicembre, il giorno delle votazioni in Italia, è come previsto, quel plico elettorale io non lo ho mai ricevuto. Per la prima volta, contro la mia volontà’ non ho potuto votare. Mi sono sentita privata di un diritto fondamentale ed imprescindibile. Sento come se un forte legame con il mio paese si fosse spezzato.
Tutta questa faccenda mi ha lasciato un senso di rabbia, impotenza e sfiducia. La sensazione e’ quella di qualcuno che ti tappa la bocca e non ti lascia esprimere. Io non ho avuto la possibilità’ di esprimere il mio voto su una faccenda importante. Un quesito che molto probabilmente influenzerà’ il mio futuro e quello dei miei figli.
Se ne avro’ la possibilita’, voterò’ alla prossima occasione. Il mio senso civico non può’ e non sarà’ intaccato da un semplice disguido come questo. Il mio senso civico deve essere superiore e sapere che ci saranno altre occasioni in cui il mio paese avrà’ bisogno di me. Avrà’ bisogno della mio opinione.
Luana
Honiton (UK), 4 dicembre 2016
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